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AML screening: quali liste di rischio non devi dimenticare?

Per cosa si controlla esattamente un cliente? Il controllo non si limita alle liste di sanzioni. È fondamentale verificare anche le liste dei Paesi ad alto rischio e altre fonti rilevanti. In questo articolo scoprirai quali elenchi controllare e cosa fare se un cliente è presente in una lista.

Il numero del documento d’identità

Per identificare correttamente una persona fisica o giuridica, è necessario richiedere una serie di documenti. I dettagli su quali documenti ottenere sono disponibili nell’articolo: Quali documenti richiedere durante uno screening AML.

Ogni screening inizia con:

  • nome e cognome;

  • Paese di residenza o sede legale;

  • numero del documento d’identità (come carta d’identità o passaporto).

Il numero del documento è particolarmente importante: consente una ricerca più precisa nelle liste di rischio. Cercare solo per nome e cognome può generare numerosi falsi positivi, rallentando notevolmente il processo. E per un professionista con poco tempo, ogni minuto conta.

Nota: puoi conservare copia del documento solo se fa parte di un fascicolo antiriciclaggio (art. 31 D.Lgs. 231/2007).

 

Liste di rischio da controllare 

Se un Paese, azienda o persona è soggetto a sanzioni, viene inserito in un’apposita lista. Queste liste vengono aggiornate frequentemente. Ecco le principali da includere in ogni screening AML:
  • Lista sanzioni dell’Unione Europea (conformemente ai Regolamenti UE);
  • Lista sanzioni delle Nazioni Unite;
  • Lista della Commissione Europea dei Paesi con carenze strategiche AML/CFT;
  • Lista del GAFI/FATF dei Paesi ad alto rischio e non cooperativi;
  • Lista UE dei Paesi non cooperativi in materia fiscale;
  • Lista OFAC – Office of Foreign Assets Control (USA).

 

Paesi ad alto rischio 

La presenza di un cliente in un Paese ad alto rischio non implica automaticamente che tu non possa lavorare per lui. Tuttavia, è necessario fare una valutazione approfondita per determinare se il rischio rientra nella tua politica interna di rischio.

  • Verifica la provenienza dei fondi e del patrimonio degli UBO (titolari effettivi);
  • Valuta se ha senso che il cliente (o UBO) risieda in quel Paese;
    Documenta attentamente l’indagine e la valutazione del rischio;
  • Assicurati che tutto sia tracciabile nel fascicolo AML.

Solo con una documentazione completa e coerente puoi giustificare la scelta di procedere.

 

Un soggetto è sanzionato: cosa fare?

Poniamo che tu collabori spesso con clienti russi, e uno degli UBO figura in una lista sanzionatoria. La domanda chiave diventa: per chi stai effettivamente lavorando? Se il beneficiario diretto dei tuoi servizi è l’UBO sanzionato, molto probabilmente non puoi procedere. In questi casi è fondamentale:

  • Analizzare attentamente il regolamento specifico in base al quale la persona è stata sanzionata;
  • Comprendere i limiti e le eccezioni previste;
  • Valutare se esistono aree grigie e, se necessario, consultare un esperto.

In Italia, la responsabilità di effettuare questa analisi ricade direttamente sul professionista. Devi sempre essere in grado di giustificare la tua decisione con logica, buon senso e un’indagine ben documentata.

 

Un software può fare la differenza

Controllare manualmente tutte le liste è praticamente impossibile. La lista sanzionatoria italiana è relativamente contenuta, ma quelle europee e internazionali sono complesse e in costante aggiornamento. Inoltre, sei obbligato a monitorare i clienti nel tempo. Per questo è fortemente consigliato l’uso di un software AML, come RegLab. I vantaggi principali:

  • Screening automatico continuo su tutte le liste;
  • Creazione di report completi e auditabili;
  • Controllo dell’intero portafoglio in qualsiasi momento;
  • Notifica immediata in caso di nuove segnalazioni;
  • Possibilità di adeguare il profilo di rischio se un cliente viene rimosso da una lista.

In breve, un buon software AML non è un optional, ma un alleato indispensabile per una gestione efficace e conforme.

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